La guerra all’inestetismo è diventata uno spunto per mandare messaggi body positivity sui social e non solo come ci raccontano la scrittrice Martina Semenzato e la beauty guru Estetista Cinica. di Ilaria Perrotta.
Se fino a qualche anno fa la cellulite era considerata il nemico pubblico numero uno e causa di sconforto per tutte le donne del Pianeta (nessuna esclusa, celeb comprese, ne soffre infatti il 93% della popolazione femminile), oggi alla buccia d’arancia si riesce a guardare anche con occhi meno minacciosi. E si, qualcosa è cambiato. Dopo decenni di estenuanti battaglie per cancellarla, eliminarla, distruggerla o, quantomeno, arginarla, è arrivata la svolta miracolosa, ovvero la scoperta dell’esistenza dell’ironia sull’ostico Pianeta Cellulite. L’impatto di tale ritrovamento per l’universo donna è stato folgorante e di massima importanza. Per capirci, quasi come la scoperta dell’acqua su Marte per l’umanità. Senza esagerare. Ebbene si, quei rotolini e inestetici buchetti, posti soprattutto su cosce e lato b, possono essere detestabili, certo, ma sono parte di noi, nel bene e nel male. Osservati da un diverso punto di vista, con leggerezza e senza troppi patimenti, finiscono per diventare addirittura amabili. Tanto che la scrittrice Martina Semenzato ha rivolto persino una dichiarazione d’amore alla cellulite. Alla fine del 2018 è uscito il suo libro, I love cellulite (pp. 126, Guida Editori e Peruzzo Editoriale, 13 euro), attraverso il quale ha voluto trasformare l’eterna lotta all’odiato inestetismo in qualcosa di positivo: «L’idea nasce circa otto anni fa quando ho iniziato a raccogliere articoli, libri, riviste e tutti i materiali che affrontassero in diverse maniere, seriamene o ironicamente, il tema della buccia d’arancia. La scintilla mi si è accesa leggendo un pezzo/fiaba in cui noi donne mandiamo al diavolo il principe azzurro riscrivendo il finale, che suonava tipo …E fu così che eliminò definitivamente la cellulite. Ho scritto, allora, questobreve manuale (le cui bellissime illustrazioni sono opera di Marta Battocchio) con una missione ben precisa: alleggerire noi donne da un tormento e ironizzare sui nostri limiti fisici, che sono per la maggior parte mentali e, spesso, anche sociali. Ho usato la cellulite come strumento per affrontare le fragilità femminili con le quali conviviamo tutte», racconta la stessa autrice a LetteraDonna. L’ironia del resto salverà il mondo e, soprattutto, la popolazione femminile. «Odi et amo».
Il celeberrimo carme di Catullo riesce a spiegare bene il rapporto complesso che le donne hanno con la cellulite. «La mia battaglia contro la malefica è iniziata a 14 anni per poi trasformarsi nel tempo in una vera passione. A forza di averla sempre con me, mi ci sono realmente affezionata. Lei è un’amica fedele, costante e ostinata, e non ti abbandona mai! Come si fa a non amarla? », spiega Martina Semenzato che, tra l’altro, ha contribuito alla nascita dell’iniziativa I Love Me. «Ha come simbolo lo stesso cuore rovesciato, scelto per sembrare un lato b, che c’è sul libro e vuole dar vita a una serie di progetti i cui proventi andranno a favore di start up al femminile. Tutto nasce dall’idea di creare un sostegno concreto rivolto alle donne di qualsiasi età per realizzare i propri piccoli sogni. Piccoli gesti di solidarietà che possono cambiare la vita di alcune». Impegno, condivisione, accettazione, questi gli ingredienti del successo che passa anche (per le più impavide) nel mostrare accumuli di adipe localizzato sui post via social con l’hashtag #ilovecellulite. Perché la bellezza, quella vera, è fatta anche di buchetti, senza bisogno di ritocchi.